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Obesità: definizione, cause e strategie di prevenzione

Ultima modifica : 26 March 2025
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    L'obesità è una malattia multifattoriale, cronica, recidivante e non trasmissibile, caratterizzata da un accumulo anomalo e/o eccessivo di grasso corporeo che rappresenta un rischio per la salute. È ben nota l’esistenza di una forte correlazione tra l'obesità e numerose altre malattie non trasmissibili e trasmissibili. Di seguito verranno approfondite ulteriormente le cause dell'obesità e illustrate le strategie di prevenzione.

    Cos'è l'obesità? L'obesità è una malattia?

    L'obesità è una malattia cronica e multifattoriale, caratterizzata da un accumulo eccessivo o anomalo di tessuto adiposo (grasso corporeo) che comporta significativi rischi per la salute. Lo sviluppo dell'obesità è influenzato da una complessa interazione tra fattori genetici, fisiologici, ambientali e comportamentali. A differenza di condizioni definite esclusivamente da sintomi visibili o misurazioni specifiche, l'obesità implica complicate interazioni tra vari fattori, inclusi genetica, fisiologia e ambiente.1

    Per aiutare le persone a determinare qual è il loro peso ideale, spesso si utilizza una semplice misurazione della relazione tra peso e altezza, chiamatascala dell'Indice di Massa Corporea (IMC, o BMI – Body Mass Index in inglese). L'IMC è una misura utile, comunemente applicata da medici e altri professionisti sanitari per determinare la prevalenza di sottopeso, sovrappeso e obesità. Si definisce come il peso in chilogrammi diviso per il quadrato dell'altezza in metri (kg/m2). In genere, un IMC compreso tra 18,5 e 24,9 è considerato "sano"; un individuo con un IMC di 25–29,9 è considerato sovrappeso, e chi ha un IMC pari o maggiore di 30 è considerato obeso. Per bambini e adolescenti (di età superiore 18 anni), donne in gravidanza e persone di origine asiatica, cinese, mediorientale, afro-caraibica o africana esistono parametri di riferimento specifici.1

    Tuttavia, sebbene utilizzato come strumento semplice per individuare sottopeso, sovrappeso e obesità negli adulti, l'IMC presenta numerose limitazioni. Infatti, esso non prende in considerazione la distribuzione del grasso corporeo o le sue implicazioni per la salute. Ad esempio, il grasso viscerale in eccesso, che si accumula intorno agli organi interni, è maggiormente associato a rischi per la salute. Comprendere l'obesità invece richiede una visione più ampia che va oltre semplici misure come l'IMC, considerando la natura multifattoriale della condizione e le sue vaste implicazioni per la salute e il benessere. L'Associazione Europea per lo Studio dell'Obesità (EASO) raccomanda che l'IMC, insieme a un rapporto vita-altezza pari o superiore a 0,5 e a una problematica o complicazione medica, funzionale o psicologica, venga utilizzato per diagnosticare l'obesità.2

    Il dibattito sulla classificazione dell'obesità come malattia è storicamente complesso poiché non esiste una definizione unica e condivisa di cosa in generale sia una malattia. Tuttavia, la classificazione dell'obesità come malattia è sostenuta dalle principali autorità sanitarie, come l'American Medical Association e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Questa classificazione riflette le serie implicazioni per la salute legate all'obesità, inclusi l'aumento del rischio di morbilità e mortalità, e sottolinea la necessità di approcci completi per la prevenzione e il trattamento.3

    L'obesità ha molte cause intercorrelate, tra cui fattori genetici, ambientali e comportamentali, che richiedono una profonda comprensione per una prevenzione e un trattamento efficaci. Riconoscere l'obesità come una malattia consente di focalizzarci meglio sulle strategie di prevenzione e di trattamento più efficaci, potenziando gli sforzi di ricerca, incentivando la promozione della salute e la copertura assicurativa. Questo approccio promuove un atteggiamento sociale più solidale e comprensivo verso le persone che convivono con l'obesità, incoraggiando l'adozione di strategie di trattamento olistiche ma basate su evidenze scientifiche comprendenti tutte le diverse conseguenze di tale patologia, piuttosto che concentrarsi esclusivamente su interventi medici. Sottolineare un approccio completo ed empatico assicura che le persone ricevano il supporto necessario per raggiungere i loro obiettivi di salute e migliorare il loro benessere.

    Qual è la differenza tra obesità e sovrappeso?

    Lo strumento più comune per distinguere tra obesità e sovrappeso è l'IMC. Per gli adulti, l'OMS definisce sovrappeso un IMC compreso tra 25 e 29,9 kg/m², mentre l'obesità è definita come un IMC pari o superiore a 30 kg/m².1

    Sebbene entrambe le condizioni aumentino il rischio di problemi di salute, la gravità e la varietà di possibili problematiche sono decisamente maggiori nelle persone con obesità. Ad esempio, l'accumulo di grasso viscerale è più comune nelle persone con obesità ed è fortemente associato a rischi per la salute.1

    Tuttavia, come prima sottolineato, comprendere l'obesità richiede una visione più ampia che vada oltre la semplice misurazione dell'IMC, tenendo quindi conto della natura multifattoriale della condizione e delle sue ampie implicazioni per la salute e il benessere.

    Quali sono le cause dell'obesità?

    L'obesità è una malattia complessa con molteplici cause. Sia l'obesità che il sovrappeso derivano da uno squilibrio tra l'apporto energetico (dieta) e il dispendio energetico (attività fisica e stile di vita sedentario), con l’immagazzinamento delle calorie in eccesso sotto forma di tessuto adiposo. Tuttavia, le cause dell'obesità sono molto più complesse della semplice associazione tra una dieta non salutare e l'inattività fisica, risultando dall'interazione tra fattori biologici, genetici, sociali, psicologici, politici e ambientali.4

    Diete ad alto contenuto di grassi e di energia e stili di vita sedentari sono i due fattori più strettamente associati all'aumento della prevalenza dell'obesità a livello globale.5 Un ruolo chiave nell’influenzare questi due fattori è rappresentato dall'ambiente e dalle condizioni sociali, influenzando la disponibilità di cibo salutare a prezzi accessibili e l’opportunità di praticare attività fisica. Inoltre, le persone che vivono in aree urbane con accesso limitato a parchi e strutture ricreative, possono trovare difficile svolgere regolarmente attività fisica, con un aumento del rischio di obesità. Allo stesso modo, in aree in cui il cibo da fast food è più accessibile e conveniente rispetto ai prodotti freschi, è più probabile che gli individui consumino cibi poco salutari e ad alta densità energetica, condizione che può determinare un aumento di peso e obesità nel tempo.

    La genetica o alcune specifiche condizioni di salute possono essere una causa di obesità in alcuni soggetti. I geni influenzano il modo in cui il corpo utilizza e immagazzina il grasso, tuttavia, il ruolo della genetica è considerato minore rispetto ai fattori ambientali. Alcune condizioni mediche (ad es., ipotiroidismo) e farmaci (ad es., alcuni medicinali per l'ipertensione, il diabete o le condizioni di salute mentale) possono ulteriormente contribuire all'aumento ponderale.6

    Quali alimenti causano l'obesità?

    Non esiste un singolo alimento responsabile dell'obesità. L'obesità deriva da una complessa interazione tra abitudini alimentari, fattori genetici e stile di vita.4 Sebbene cibi ricchi di calorie, grassi e zuccheri possano contribuire maggiormente all'aumento di peso, sono le abitudini alimentari complessive e l'equilibrio energetico a giocare un ruolo cruciale nell’insorgenza dell'obesità. Mentre i media spesso puntano il dito contro i carboidrati o i grassi come responsabili dell'epidemia di obesità, le evidenze scientifiche indicano uno squilibrio calorico complessivo (ad esempio, consumare regolarmente più energia di quella che si brucia nel tempo) come causa dell'aumento di peso.7

    Le diete miracolose che limitano drasticamente le calorie o escludono interi gruppi alimentari dovrebbero essere evitate, poiché spesso mancano di importanti nutrienti e/o sono difficili da sostenere nel lungo termine. Inoltre, non promuovono abitudini alimentari sane o equilibrate e possono condurre al cosiddetto effetto yo-yo (il ciclo di perdita e aumento di peso dovuto all’alternarsi di diete e abbuffate), condizione potenzialmente dannosa per la salute fisica e mentale a lungo termine.

    Quando si cerca di perdere peso, è importante stabilire obiettivi realistici. Anche una modesta perdita di peso come il 10% del peso iniziale può apportare significativi benefici per la salute.8 Ciò si traduce nel favorire un approccio più sostenibile e benefico per la salute nel lungo periodo rispetto alle misure dietetiche drastiche.

    L'obesità è genetica?

    La genetica può influire sullo sviluppo dell'obesità. Le ricerche mostrano che l'ereditarietà dell'obesità varia tra il 40% e il 75%.9 Inoltre, gli scienziati hanno identificato fino a 500 geni legati all'obesità nell'uomo. Alcuni di questi geni possono influenzare il modo in cui il corpo immagazzina il grasso, metabolizza i nutrienti, regola il senso di sazietà e molto altro ancora.10 Essi sono infatti co-responsabili anche dei livelli di fame, delle voglie alimentari e della tendenza ad utilizzare il cibo per gestire lo stress. Sebbene ci siano forti evidenze in merito al contributo della genetica nell'obesità, il suo ruolo è considerato minore rispetto ai fattori ambientali, come la dieta, l'attività fisica e i fattori sociali. Questo significa che la tipologia di cibo assunto e la frequenza/assenza di attività fisica, hanno un'influenza maggiore sull'obesità rispetto ai soli geni.11

    Alcune misurazioni dell'obesità, come l'IMC, il rapporto vita-fianchi e lo spessore delle pliche cutanee, mostrano un alto tasso di ereditabilità. Tuttavia, l'aumento rapido dei livelli di obesità nelle ultime decadi suggerisce che i soli geni non determinano l'obesità, in quanto tale incremento si è verificato troppo rapidamente per essere ascrivibile esclusivamente alla genetica.12

    L'obesità è un potenziale fattore di rischio per alcune condizioni di salute?

    Sovrappeso e obesità sono tra i principali fattori di rischio per lo sviluppo di numerose malattie non trasmissibili (NCDs) e sono associati a un aumento della mortalità precoce. Le persone con sovrappeso e obesità affrontano anche pregiudizi legati al peso, stigma, discriminazione e difficoltà ad accedere a cure sanitarie empatiche e basate su evidenze scientifiche.

    Alcune condizioni mediche associate all'obesità includono:1

    • Malattie cardiovascolari, tra cui ictus, cardiopatia ischemica, insufficienza cardiaca, cardiopatia ipertensiva, dislipidemia (livelli anormali di lipidi nel sangue) e ipertensione.
    • Malattie respiratorie croniche, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva, l’apnea ostruttiva del sonno e l’asma.
    • Tumori, inclusi quelli al seno, colon-retto, cistifellea, stomaco, rene, fegato, pancreas, utero, ovaio, esofago, tiroide, oltre a mieloma multiplo e meningioma.
    • Malattia renale cronica.
    • Problemi di salute mentale, come la depressione.
    • Complicazioni muscoloscheletriche, come il mal di schiena e l'osteoartrite.
    • Steatosi epatica (eccessivo accumulo di lipidi nel fegato) non alcolica.
    • Diabete di tipo 2.

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    Fig. 1 – Condizioni mediche associate all'obesità.1

    L'eccesso di peso corporeo e la sua distribuzione giocano un ruolo importante nel determinare i rischi per la salute. Il grasso viscerale, la tipologia di grasso che si trova in profondità nell'addome, tra gli organi interni, è stato correlato a varie problematiche di salute come il diabete di tipo 2, le malattie cardiache e alcuni tumori. Il grasso viscerale è più comune nelle persone con una forma "a mela", cioè persone con più grasso nell'area addominale. Il grasso sottocutaneo, il tipo di grasso che si trova appena sotto la pelle, ad esempio attorno ai fianchi e alle cosce, ma che potrebbe anche trovarsi nell'area addominale, risulta meno pericoloso ma contribuisce comunque a problemi di salute se presente in quantità eccessive.

    Le persone in sovrappeso e obese spesso sperimentano malnutrizione, anche se ciò può sembrare controintuitivo, dato che l'assunzione calorica eccessiva è associata all'obesità.13 Tuttavia, questo paradosso è spesso dovuto al consumo di alimenti ad alta densità energetica ma a bassa densità nutrizionale, privi di nutrienti essenziali come vitamine e minerali. La carenza di vitamine e minerali può compromettere la funzione immunitaria, la salute delle ossa e la salute cardiovascolare, aumentando il rischio di infezioni, osteoporosi e malattie cardiache.14

    Diabete di tipo 2

    Il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 aumenta con l'incremento dell'IMC, anche se l'IMC è al di sotto del limite per l'obesità (IMC di 30).15 Le persone con obesità hanno una probabilità da sette a dodici volte maggiore di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a quelle con un peso adeguato.16

    L'obesità aumenta il rischio di sviluppare resistenza insulinica, per cui le cellule del corpo diventano meno reattive all'insulina, l'ormone che regola i livelli di zucchero nel sangue. Questo costringe il pancreas a produrre più insulina ma la difficoltà nel mantenere questo ritmo di produzione per lungo tempo determina poi alti livelli di zucchero nel sangue. Inoltre, l'obesità causa infiammazione cronica perché il tessuto adiposo in eccesso rilascia sostanze che promuovono l'infiammazione, interferendo ulteriormente con l'efficacia dell'insulina.17

    Bisogna tenere in considerazione anche gli effetti degli squilibri ormonali. Ad esempio, l'obesità spesso determina livelli più elevati di leptina, un ormone che riduce l'appetito, ma causa anche resistenza a tale ormone, rendendolo meno efficace.18 Anche livelli minori di adiponectina, un ormone che aumenta la sensibilità insulinica, sono comuni nelle persone con obesità. Questi squilibri ormonali contribuiscono alla resistenza all'insulina, che come già discusso, rappresenta un fattore chiave nello sviluppo del diabete di tipo 2. Infatti, la resistenza alla leptina può causare un aumento dell'assunzione di cibo, responsabile di un ulteriore incremento di peso, mentre i bassi livelli di adiponectina riducono la capacità del corpo di regolare i livelli di glucosio nel sangue, favorendo nel complesso il rischio di diabete di tipo 2.

    Inoltre, il grasso in eccesso può accumularsi in alcuni organi come il fegato e i muscoli, normalmente non deputati all’accumulo adiposo, compromettendone la funzione e aumentando la resistenza insulinica.19 Infine, le cellule beta del pancreas, deputate alla produzione di insulina, possono venire danneggiate. Ciò è causato sia dalla costante elevata domanda di produzione che dall'esposizione ad alti livelli di acidi grassi, unitamente ad una permanente condizione di infiammazione, con conseguente riduzione della produzione di insulina.20

    Malattie cardiovascolari

    L'obesità aumenta diversi fattori di rischio cardiovascolare, tra cui l’ipertensione, i trigliceridi (grassi nel sangue) e il colesterolo a bassa densità (LDL).21 Ad esempio, le donne con obesità hanno circa tre volte più probabilità di avere un attacco di cuore rispetto a quelle con un peso adeguato.22 Il grasso corporeo in eccesso, in particolare nella zona addominale, è responsabile di livelli più elevati di trigliceridi e colesterolo LDL, comunemente noto come "colesterolo cattivo". Questi fattori contribuiscono allo sviluppo dell'aterosclerosi, condizione in cui la deposizione della placca aterosclerotica restringe il lume arterioso e determina una riduzione dell’elasticità delle pareti, aumentando il rischio di infarto e ictus.23

    Circa il 30-65% dei casi di ipertensione nei paesi occidentali è attribuito all'obesità.24 Per ogni aumento di 10 kg di peso, la pressione sanguigna può aumentare di 2-3 mm Hg. Questo significa che anche un aumento di peso moderato può incrementare la pressione sanguigna fino a valori poco salutari, aumentando il rischio di malattie cardiache e ictus. Al contrario, la perdita di peso aiuta a ridurre la pressione. Generalmente, una riduzione del 1% del peso può ridurre la pressione sanguigna di 1-2 mm Hg.25

    Cancro

    Sovrappeso e obesità sono correlati a un aumento del rischio di diverse tipologie di cancro, in particolare i tumori ormonodipendenti e quelli gastrointestinali.1 I meccanismi alla base di questo rischio aumentato sono multifattoriali. Innanzitutto, l'eccesso di tessuto adiposo provoca infiammazione cronica, che può danneggiare il DNA e promuovere la crescita di cellule tumorali. L'obesità è altresì responsabile di squilibri ormonali, come livelli più elevati di insulina ed estrogeni, i quali aumentano il rischio di alcuni tumori come il cancro al seno e quello endometriale.26 Inoltre, come già discusso, l’obesità è responsabile di maggiori livelli di leptina, che favorisce la crescita cellulare, e minori livelli di adiponectina, ormone deputato a contrastare l'infiammazione.
    Infine, l'obesità aumenta lo stress ossidativo e indebolisce il sistema immunitario, rendendo più difficile contrastare il cancro. 27 Tutti questi fattori contribuiscono ad un rischio maggiore per 13 tipologie di tumore, tra cui quelli del colon, del seno (postmenopausale) e del pancreas.28

    Osteoartrite

    L'impatto più significativo dell'obesità sul sistema muscoloscheletrico è associato all'osteoartrite, una condizione che provoca dolore articolare, rigidità e riduce la capacità di movimento, influenzando significativamente la qualità della vita.29

    Le malattie degenerative delle articolazioni che sostengono maggiormente il peso, come il ginocchio, sono complicazioni comuni del sovrappeso e dell'obesità. In linea generale, si ritiene che la causa sia il danno meccanico alle articolazioni derivante dall'eccesso di peso.29 Il dolore alla parte bassa della schiena è anche più comune nelle persone con obesità e può essere uno dei principali fattori che contribuiscono all'assenteismo dal lavoro obesità-correlato.30

    Asma

    L'obesità è strettamente correlata a un aumento del rischio di asma a causa di diversi meccanismi interconnessi. L'infiammazione cronica di basso grado causata dall'eccesso di tessuto adiposo determina livelli più elevati di sostanze che possono peggiorare l'infiammazione e la sensibilità delle vie aeree, condizioni chiave dell'asma.31

    Inoltre, l'impatto meccanico dell'eccesso di peso, in particolare nella zona addominale, può ridurre i volumi polmonari e aumentare il lavoro necessario per consentire la respirazione, peggiorando i sintomi dell'asma. Gli squilibri ormonali, come i livelli elevati di leptina e i livelli ridotti di adiponectina, contribuiscono ulteriormente all'infiammazione delle vie aeree. Anche le alterazioni metaboliche tipiche dell'obesità, inclusa la resistenza all'insulina, contribuiscono ad aggravare l'asma attraverso un aumento dello stress ossidativo e dell'infiammazione.

    Le persone in sovrappeso possono rimanere incinte?

    La risposta è affermativa, ma ci sono importanti fattori da tenere in considerazione. L'obesità può influenzare la fertilità causando squilibri ormonali, che possono interrompere il ciclo mestruale e l'ovulazione. Vi è altresì un aumento del rischio di complicazioni durante la gravidanza e il parto, come il diabete gestazionale, la preeclampsia e la necessità di un parto cesareo.32

    Inoltre, il peso corporeo in eccesso può influenzare i tassi di successo dei trattamenti per la fertilità, come la fertilizzazione in vitro (IVF). L'OMS sottolinea che il mantenimento di un peso adeguato attraverso una nutrizione equilibrata e lo svolgimento regolare di attività fisica, siano elementi fondamentali per migliorare la salute e gli esiti riproduttivi.33

    Come prevenire l'obesità?

    L'obesità e le malattie non trasmissibili ad essa correlate possono essere prevenute e gestite sia attraverso misure individuali che dirette alla società nel suo complesso.34 Emerge pertanto l’importanza di adottare abitudini sane per tutta la vita, ciò include una gestione adeguata del peso anche durante la gravidanza, l'allattamento esclusivo per i primi sei mesi e la prosecuzione dell'allattamento fino a 24 mesi o oltre.

    È inoltre importante incoraggiare i bambini a sviluppare abitudini alimentari sane, mantenersi fisicamente attivi, ridurre il tempo davanti a dispositivi digitali, evitare altri comportamenti sedentari, e mantenere una buona igiene del sonno, indipendentemente dal loro peso attuale. Per gli adulti, è essenziale fare scelte di vita più sane, come seguire una dieta equilibrata, rimanere attivi fisicamente, assicurarsi un sonno adeguato e evitare il tabacco e l'alcol in eccesso. Ridurre l'assunzione totale di grassi e zuccheri, favorendo il consumo di frutta, verdura, legumi, cereali integrali e frutta secca, supporta la salute e il benessere generale.6

    I professionisti della salute giocano un ruolo chiave nella prevenzione dell'obesità, valutando il peso e l'altezza dei pazienti, fornendo consulenze in merito a diete e stili di vita sani e offrendo servizi integrati di prevenzione e gestione dell'obesità.35 Ciò include consigli su dieta, attività fisica e misure mediche o chirurgiche quando necessario. È altresì importante monitorare altri fattori di rischio per le malattie non trasmissibili, come la glicemia, i lipidi, la pressione sanguigna, e valutare la presenza di comorbidità e disabilità, comprese le patologie mentali.

    Affrontare l'obesità richiede un approccio multisettoriale. Le politiche e le azioni per la produzione, il marketing e la determinazione dei prezzi degli alimenti dovrebbero concentrarsi sulla creazione di ambienti alimentari sani, rendendo le opzioni nutrizionalmente valide più disponibili, accessibili e desiderabili.

    L'industria alimentare, i responsabili delle politiche e altri attori del sistema alimentare possono contribuire in modo significativo a promuovere diete corrette riducendo il contenuto di grassi, zuccheri e sale negli alimenti trasformati, garantendo che scelte sane e nutrienti siano disponibili e accessibili a tutti i consumatori, Ciò implica anche la limitazione della pubblicità di alimenti poco salutari, soprattutto per bambini e adolescenti, e il sostegno all'attività fisica regolare nei luoghi di lavoro.

    Le risposte del settore sanitario dovrebbero essere progettate per identificare i rischi e per prevenire, trattare e gestire l'obesità, integrando questi sforzi in strategie più ampie per le malattie non trasmissibili, attraverso un rafforzamento dei sistemi sanitari grazie ad un approccio di assistenza primaria.

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    Fig. 2 – Consigli per prevenire il sovrappeso e l'obesità nel corso della vita.

    Conclusioni

    L'obesità è caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso, che comporta significativi rischi per la salute. Questi rischi sono legati a fattori genetici, abitudini alimentari e stili di vita sedentari. È importante far fronte a questi fattori attraverso diete equilibrate, attività fisica e interventi sociali per mitigare gli oneri sanitari ed economici obesità-correlati. È fondamentale sottolineare che nessun singolo intervento può fermare l'aumento della crescente epidemia di obesità: è infatti necessario un approccio multisettoriale per frenare l’incremento di tale problematica e per favorire la mitigazione dei rischi ad essa correlati.

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