Aspartame (Q&A): Cos’ è e quali alimenti contengono questo additivo?

Ultima modifica : 06 August 2024
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    L’aspartame è un additivo alimentare disponibile da oltre 30 anni, il cui utilizzo è stato approvato in più di 100 paesi in tutto il mondo. Negli anni è stato testato estensivamente sia su modelli animali che umani. Tutti questi studi ne hanno dimostrato la sicurezza.

    La prima valutazione europea della sicurezza dell’aspartame è stata pubblicata nel 1984 dal precedente comitato scientifico per l’alimentazione umana della Commissione europea. Valutazioni complementari successive sono state effettuate dal comitato nel 1988, 1997 e 2002. Dall'istituzione dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) nel 2002, l'Autorità ha riconfermato la sicurezza dell'aspartame nel 2006, 2009, 2011 e più recentemente nel 2013.1-4 Nel 2023, il Comitato congiunto di esperti sugli additivi alimentari (JECFA) dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura e l'Organizzazione mondiale della sanità hanno anche riconfermato che l'aspartame è sicuro da usare negli alimenti ai livelli approvati.5

    Che cos’è l’aspartame e perché si usa?

    L’aspartame è un edulcorante a basso contenuto calorico. Esso fornisce 4 calorie per grammo (pressappoco come lo zucchero), ma poiché, a parità di peso, l’aspartame è circa 200 volte più dolce dello zucchero, occorre pochissimo aspartame per dolcificare gli alimenti. Quindi, in pratica, l’aspartame non apporta ulteriori calorie agli alimenti. L’aspartame emula il gusto dello zucchero in modo soddisfacente, migliora l’aroma degli agrumi e di altri frutti e non contribuisce alle carie dentarie.

    In quali prodotti si utilizza?

    L’aspartame è impiegato come sostituto dello zucchero nella produzione di alimenti «a valore energetico ridotto» o «senza zuccheri aggiunti». Viene inoltre utilizzato nella produzione di alimenti per particolari usi nutrizionali. Esempi di alimenti e bevande che rientrano in queste categorie includono bevande analcoliche frizzanti, dessert, dolci, latticini, gomme da masticare, yogurt, prodotti ipocalorici e per il controllo del peso e come dolcificante da tavola. La presenza di aspartame deve essere indicata sull'etichetta sia con il suo nome che con il suo numero E (E-951).

    Quali sono gli effetti dell’aspartame sull’organismo, una volta ingerito?

    Nell’intestino, l’aspartame si scompone nei tre elementi che lo compongono: due amminoacidi – l’acido aspartico e la fenilalanina – e il metanolo, che vengono poi assimilati nel sangue. I due amminoacidi (acido aspartico e fenilalanina) sono i «mattoni» delle proteine e sono presenti in natura all’interno di molti alimenti di uso quotidiano come la carne, il pesce, il formaggio, le uova e il latte. Anche il metanolo è naturalmente presente in molti alimenti, come la frutta, la verdura e i loro succhi, e fa parte di una normale dieta.

    Questi componenti vengono utilizzati dall’organismo con le stesse modalità con le quali sono usati quando provengono, in quantità di gran lunga superiori, da alimenti e bevande comuni. Il latte, per esempio, fornisce 5 volte più fenilalanina e 11 volte più acido aspartico di una bevanda dolcificata con aspartame, mentre il succo di pomodoro fornisce più di 3 volte la quantità di metanolo di una bevanda dolcificata con aspartame. Né l’aspartame né i suoi componenti possono accumularsi nell’organismo.

    Come posso sapere se un prodotto contiene aspartame?

    È possibile identificare alimenti e bevande contenenti aspartame dall’elenco degli ingredienti sull’etichetta del prodotto. Come per tutti gli additivi alimentari autorizzati nell’Unione europea, anche all’aspartame è stato assegnato un numero preceduto dalla lettera «E». La sua presenza negli alimenti è indicata mediante la denominazione («aspartame») oppure mediante il numero (E-951).6

    Nei prodotti contenenti aspartame viene anche specificato che l’aspartame è una fonte di fenilalanina. Tale indicazione esiste per venire incontro alle persone affette da una malattia genetica ereditaria rara, la fenilchetonuria (PKU). Queste persone non riescono a metabolizzare la fenilalanina proveniente da qualsiasi fonte e devono controllare la propria assunzione di questo amminoacido.

    Con quali modalità è stato approvato l’aspartame nell’Unione europea?

    L'aspartame è stato autorizzato per la prima volta dai singoli Stati membri negli anni '80. La legislazione europea che armonizza l'uso di edulcoranti ipocalorici nei prodotti alimentari è stata introdotta nel 1994, a seguito di approfondite valutazioni indipendenti sulla sicurezza da parte del Comitato scientifico dell'alimentazione umana (SCF) della Commissione europea nel 1984 e nel 1988. Ulteriori esami dei dati sull’aspartame sono stati condotti nel 1997 e 2002 dall’SCF e hanno riconfermato la sicurezza dell’aspartame.7

    Attualmente, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) riveste la funzione precedentemente svolta dal comitato. Dall'istituzione dell'EFSA nel 2002, l'Autorità ha riconfermato la sicurezza dell'aspartame nel 2006, 2009 e 2011.1-3 L'ultima valutazione dell'aspartame da parte dell'EFSA è stata pubblicata nel 10 dicembre 2013.4 Fa parte della sua rivalutazione di tutti gli additivi alimentari autorizzati nell'UE prima del 20 gennaio 2009.

    I risultati dell’EFSA hanno concluso che l’aspartame e i derivati rilasciati nel corpo umano (fenilalanina, acido aspartico e metanolo) possono essere assunti in sicurezza secondo la dose giornaliera ammissibile (ADI) per il consumo umano, che attualmente è di 40mg/kg peso corporeo ed è considerata compatibile con la popolazione umana in generale. Secondo i livelli massimi consentiti di aspartame negli alimenti, le bevande aromatizzate con aspartame (comprese le bevande analcoliche) possono contenere al massimo 600 mg/L di aspartame (sebbene in genere contengano solo tra 100-350 mg/L). Quindi, una persona adulta media di 70 kg dovrebbe bere almeno 4,67 L (o circa 14 lattine da 330 ml) di soda al giorno per raggiungere questa DGA. Le assunzioni medie di aspartame nella vita reale sono ben al di sotto della DGA, comprese tra 0,7-8,5 mg/kg di peso corporeo al giorno (negli alti consumatori tra 4,1-27,5 mg/kg di peso corporeo al giorno).

    Tale dose minima giornaliera non è però applicabile ai soggetti che soffrono di fenilchetonuria in quanto essi devono attenersi rigorosamente a un regime alimentare a basso contenuto di fenilalanina. Per quanto riguarda il consumo in gravidanza, l’EFSA non ha rilevato alcun rischio per lo sviluppo fetale che possa derivare da un’esposizione alla fenilalanina legata al consumo di aspartame secondo l’attuale dose giornaliera ammissibile (a eccezione delle gestanti che soffrono di fenilchetonuria). L’EFSA ha inoltre evidenziato che i derivati rilasciati dall’aspartame sono presenti per natura anche in altri alimenti, come ad esempio il metanolo nella frutta e verdura. L’incidenza dei derivati rilasciati dall’aspartame sul regime alimentare complessivo è bassa.

    La sicurezza dell’aspartame è stata esaminata da altre organizzazioni?

    La letteratura scientifica sull’aspartame è stata esaminata nella sua totalità dalle autorità di regolamentazione di tutto il mondo, compresa l’Agenzia per gli alimenti e i medicinali degli Stati Uniti (FDA) e il comitato misto di esperti sugli additivi alimentari e sui contaminanti (JECFA) dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura e dell’Organizzazione mondiale della sanità.5,8 In tutti i casi, l’aspartame è risultato sempre sicuro.

    Nel 2023, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), un'agenzia dell'Organizzazione mondiale della sanità, ha esaminato tutti gli studi disponibili relativi al cancro nell'uomo e gli esperimenti sugli animali sul dolcificante aspartame.5 Ciò li ha portati a classificare l'aspartame come "possibile cancerogeno per le persone" (un cancerogeno del Gruppo 2B). Tuttavia, questa classificazione si basa su prove limitate di cancerogenicità nell'uomo e negli animali e su una comprensione limitata del processo sottostante lo sviluppo del cancro. Inoltre, non fornisce informazioni sulla dose necessaria, sul metodo di esposizione o sul livello di aumento del rischio. In conclusione, la prova di un'associazione tra consumo di aspartame e cancro nelle persone non è convincente.

    Riferimenti

    1. European Food Safety Authority (EFSA). (2006). Opinion of the Scientific Panel on food additives, flavourings, processing aids and materials in contact with food (AFC) related to a new long‐term carcinogenicity study on aspartame. EFSA Journal, 4(5), 35
    2. European Food Safety Authority (EFSA). (2009). Updated opinion on a request from the European Commission related to the 2nd ERF carcinogenicity study on aspartame, taking into consideration study data submitted by the Ramazzini Foundation in February 20
    3. EFSA Panel on Food Additives and Nutrient Sources added to Food (ANS). (2011). Statement on two recent scientific articles on the safety of artificial sweeteners. EFSA Journal, 9(2), 1996.
    4. EFSA Panel on Food Additives and Nutrient Sources added to Food (ANS). (2013). Scientific Opinion on the re‐evaluation of aspartame (E 951) as a food additive. EFSA Journal, 11(12), 3496.
    5. International Agency for Research on Cancer. (2023) JOINT FAO/WHO EXPERT COMMITTEE ON FOOD ADDITIVES Ninety-sixth meeting (Safety evaluation of certain food additives). Retrieved from https://www.who.int/publications/m/item/ninety-sixth-meeting-joint-fao-w
    6. Regulation (EC) No 1333/2008 of the European Parliament and of the Council of 16 December 2008 establishing a common authorisation procedure for food additives, food enzymes and food flavourings
    7. [SCF] Scientific Committee on Food. (2002). Opinion of the Scientific Committee on Food: Update on the safety of aspartame.
    8. Food and Drug Administration. (2023). Aspartame and Other Sweeteners in Food. Retrieved from https://www.fda.gov/food/food-additives-petitions/aspartame-and-other-sweeteners-food (Accessed 10/01/2024)